Si è parlato molto di resilienza durante la pandemia, fino al punto di usare questo termine per dare il nome ad un decreto, emanato per rivitalizzare il Paese dopo questo evento straordinario. Il termine resilienza si riferisce alla capacità di reagire allo stress e alle emozioni negative che possono verificarsi in caso di eventi imprevedibili, come appunto la pandemia, senza esserne sopraffatti o destabilizzati.
In un mondo VUCA – acronimo che sta per volatilità, incertezza, complessità e ambiguità – comunque non basta più saper reagire agli eventi. Occorre, invece, essere anti-fragili per saper anticipare eventi straordinari e trarre vantaggio dal caos e dall’imprevedibilità che ne scaturiscono. Per usare una metafora, se una persona resiliente “semplicemente” non si fa travolgere da un’onda che la rincorre e la investe, una persona anti-fragile si muove verso l’onda, per tagliarla, affrontarla o cavalcarla.
L’anti-fragilità spesso viene erroneamente considerata come un’evoluzione della resilienza. In realtà, nel mondo globalizzato in cui viviamo e che ci pone di fronte a nuove sfide praticamente ogni giorno, conviene possedere entrambe le due distinte competenze.
Come allenare la resilienza e l’anti-fragilità:
- Test di verifica sullo stile di coping e sulla resilienza;
- auto-monitoraggio;
- role play;
- attività esperienziali sfidanti come, per esempio, rafting oppure body-rafting.